Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Vaccini Covid in calo, dove e quando farli per tutelare i ‘fragili’

27

- Advertisement -


Il vaccino anti Covid si può fare sempre, non è legato alla stagione invernale. Ancora oggi ogni anno abbiamo a che fare con più ondate. “Abbiamo la memoria corta: senza andare troppo indietro nel tempo abbiamo avuto un picco di Covid tra fine agosto e inizio settembre; poco prima, a giugno, c’è stata un’altra ondata significativa. I picchi sono determinati da una nuova variante o da un calo della memoria immunitaria” dice Silvestro Scotti, Segretario Nazionale di FIMMG, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, che invita a non prendere sotto gamba la post-pandemia: l’aumento di trasmissioni tra fine dicembre e inizio gennaio non ci deve far pensare che il virus SARS-CoV-2 circoli solo nei mesi freddi.
 

I dati dell’ultima campagna vaccinale

Gli esperti non hanno mai smesso di raccomandare soprattutto ai più fragili di proteggersi. Eppure esitiamo. La Fondazione Gimbe, utilizzando i dati del ministero della Salute, ha pubblicato un’analisi indipendente sul posizionamento dell’Italia sui vaccini rispetto ai Paesi europei da cui risulta che l’ultima campagna vaccinale di richiamo contro il Covid per gli over 60, partita ad ottobre, si è rivelata un flop in particolare al Sud dove si registrano coperture irrisorie. Nella fascia 60-69 anni, in particolare, l’Italia si colloca al 14mo posto (copertura del 5,7%); in quella 70-79 anni è 15ma (11%); negli over 80 è 14ma (14,4%).

Dati peggiori solo per la Grecia e i paesi dell’Est. Tra le regioni italiane, nella fascia 60-69 anni, dieci si collocano sopra la media nazionale: dal 5,9% del Piemonte all’11% della Toscana. Undici regioni si trovano sotto la media: dal 5,6% dell’Umbria allo 0,9% della Sicilia. In quella 70-79 anni, a fronte di una copertura nazionale dell’11%, nove Regioni sono sopra la media nazionale: dall’11,5 dell’Umbria al 21,4% della Toscana. Dodici regioni si trovano sotto la media: dal 10,6% del Veneto all’1,8% della Sicilia.

“Le coperture vaccinali per le tre fasce di età nelle Regioni italiane – sottolinea il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – ripropongono la ‘frattura strutturale’ Nord-Sud che caratterizza il nostro Servizio Sanitario Nazionale: le Regioni meridionali non solo si trovano al di sotto della media nazionale, ma sono tutte a fondo classifica con coperture vaccinali simili a quelle dei paesi dell’Europa orientale”.

Cosa non ha funzionato

Al 25 gennaio 2024 sono state 2.129.348 le dosi di vaccino somministrate in Italia. La platea di persone fragili cui era raccomandata la vaccinazione era di 20 milioni. Cosa non ha funzionato? Alla stanchezza ed esitazione vaccinale insorte dopo la pandemia, si sono aggiunti problemi logistici-organizzativi, prima di tutto il ritardo nella consegna e distribuzione dei vaccini.

“La campagna non è stata preorganizzata dal punto di vista della logistica: i vaccini contro il Covid sono arrivati a noi medici in ritardo rispetto a quelli contro l’influenza e si è persa l’opportunità di fare la doppia vaccinazione”, dice il Segretario Nazionale di FIMMG. I numeri lo testimoniano: contro i due milioni di dosi somministrate di anti Covid, sono state undici milioni quelle di antiinfluenzale.

Quanti sono gli immunizzati?

Ma fare i conti non è facile, ora che i tracciamenti sono sospesi. Il numero effettivo di persone immunizzate sfugge. “Sappiamo che ci sono due milioni di immunizzati tramite il vaccino ma non quanti sono quelli che si sono immunizzati naturalmente, tramite la malattia. Un conto non da poco perché non fa capire quanti sono le persone potenzialmente vaccinabili rispetto alla platea di 20 milioni di fragili e anziani. Abbiamo indicazioni che nei sei mesi successivi la malattia la vaccinazione non vada fatta. Quanti dei 18 milioni non vaccinati sono immunizzati naturalmente? Non lo sappiamo”, spiega il dottor Scotti.

Perché dobbiamo continuare a proteggerci

Se il Covid non rappresenta più un’emergenza sanitaria globale, il virus continua a mutare e a uccidere. Sono stati quasi diecimila i decessi dovuti a Covid-19 dello scorso dicembre segnalati all’Oms. Gli esperti raccomandano ai più fragili di proteggersi. “I vaccini attuali sono aggiornati alla variante che si sta imponendo, la JN.1, che come tutte le ultime sottovarianti dipende da Omicron”, spiega il dottor Scotti. In Italia ne sono disponibile di due tipi: uno a mRNA (Comirnaty Omicorn XBB 1.5 ) e uno proteico (Nuvaxovid XBB 1.5).

Dove prenotare

Il vaccino è gratuito per tutti, non è obbligatorio ed è raccomandato a fragili e over 60. In particolare rientra in una categoria a rischio chi ha più di 60 anni, è ospite di strutture per lungodegenti; le donne che aspettano o hanno appena avuto un bambino; gli operatori sanitari e sociosanitari; chi soffre di una o più patologie. Ancora, il vaccino è consigliato a familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità. Ma in queste settimane di campagna vaccinale non è sempre stato facile capire come prenotare, dove, seguendo quale iter e calendario.

“Ogni Regione può adattare l’organizzazione dell’offerta sanitaria, per quanto riguarda le vaccinazioni il processo è spesso regionale, ma può essere anche aziendale o strettamente territoriale. Consiglio di partire dal proprio medico di famiglia che può praticare le vaccinazioni direttamente oppure indirizzare verso la soluzione migliore del territorio, tra cui ambulatori delle Asl, farmacie, studi associati di medici di famiglia” ricorda Scotti.

Quando vaccinarsi

L’efficacia maggiore si prolunga per sei mesi, ma il richiamo ha una valenza di un anno, come per l’antinfluenzale. La dose va fatta sei mesi dall’ultima somministrazione o dall’ultima infezione, a prescindere dal numero di dosi ricevute o di infezioni.

 

 



www.repubblica.it 2024-02-02 01:01:34

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More