Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Scoperto perché lo stress alimenta la diffusione dei tumori

25

- Advertisement -


È noto che lo stress cronico non faccia bene alla salute, aumentando il rischio di malattie cardiache e ictus, e alimentando anche la diffusione dei tumori, ma il perché di questo meccanismo era rimasto finora un mistero: adesso, uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Cell e guidato dal Laboratorio americano di Cold Spring Harbor ha capito che lo stress induce i globuli bianchi chiamati neutrofili, che normalmente difendono l’organismo dalle infezioni di batteri e funghi, a costruire delle strutture appiccicose simili a ragnatele, che rendono i tessuti più suscettibili alle metastasi. La scoperta apre la strada a nuove terapie capaci di rallentare o anche di bloccare sul nascere la diffusione dei tumori all’interno del corpo.

Fino a 4 volte più metastasi negli animali stressati

I ricercatori, che vedono come prima autrice Xue-Yan He (ora all’Università di Washington), sono riusciti a comprendere il meccanismo imitando lo stress cronico in topi malati di cancro.

Hanno così potuto osservare che le metastasi aumentano fino a quattro volte negli animali stressati. La causa sta negli ormoni dello stress, chiamati glucocorticoidi, che agiscono proprio sui neutrofili, spingendoli a formare questa sorta di ‘trappole’ per cellule tumorali che le aiutano a spargersi ad altri tessuti nell’organismo.

Che cosa succede ai neutrofili

La conferma del ruolo chiave dei neutrofili è arrivata quando gli autori dello studio hanno provato a rimuoverli dai topi o a somministrargli un farmaco che distrugge le ragnatele formate da questi globuli bianchi: “Togliendo i neutrofili dall’equazione – dice He – i topi stressati non sviluppavano più metastasi”.

Non solo tumori: gli altri danni dello stress

Inoltre, sembra che lo stress causi danni anche in assenza di tumori. Nei topi sani ha indotto ugualmente i neutrofili a costruire le loro reti appiccicose: “È come se prepari i tessuti ad accogliere il cancro”, spiega Mikala Egeblad (ora all’Università Johns Hopkins), che ha coordinato lo studio insieme a Linda Van Aelst. Secondo i ricercatori, dunque, l’implicazione è chiara, per quanto sorprendente: “La riduzione dello stress – afferma Van Aelst – dovrebbe essere una componente fondamentale del trattamento e della prevenzione del cancro”.



www.repubblica.it 2024-02-22 16:39:23

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More