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Salute mentale, così l’arte cambia i luoghi della cura

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9 milioni di italiani vivono con disturbi mentali e comportamentali. Ma di questi, solo 777mila sono seguiti dai Dipartimenti di Salute Mentale, perché un cronico problema di sottodiagnosi, e lo stigma ancora presente quando si parla di salute mentale, tengono ancora troppe persone lontane dalle strutture di cura. Un progetto sostenuto da Lundbeck Italia vuole affrontare il problema, per dare luce e colore ai luoghi della salute mentale del nostro Paese. Si chiama “Coloriamo i luoghi della salute mentale”, ed è stato presentato questa mattina a Milano, città in cui, con il taglio del nastro di partenza presso il Centro di Salute Mentale CPS-4 di Viale Puglie 33, inizia un percorso che si estenderà poi ad altri centri su scala nazionale.

Il luogo di cura fa la differenza

Gli spazi destinati alla cura delle persone con disturbi mentali, purtroppo, si caratterizzano per essere spesso situati in locali esteticamente e funzionalmente poco adeguati. È da questa constatazione che nasce  “Coloriamo i luoghi della salute mentale”, mettendo al centro la persona, consapevole che i luoghi costituiscono un tassello fondamentale nel percorso di cura e che uno spazio accogliente e funzionale può supportare maggiormente la persona “dietro” la malattia. Le opere utilizzate provengono dal progetto “People In Mind”, un concorso di arti grafiche promosso da Lundbeck Italia proprio per sensibilizzare la società sulla necessità di superare stigma e pregiudizi attraverso il linguaggio universale e inclusivo dell’arte, e sono state realizzate anche da pazienti e loro familiari che frequentano i CPS.

“I luoghi incidono fortemente sul percorso di cura – sottolinea Carlotta Palazzo, Responsabile CPS-4 Viale Puglie 33 – Milano ASST Fatebenefratelli-Sacco, dove vengono seguite circa 1.100 pazienti – Qui sono state rinnovate la sala d’attesa e l’atelier. Oltre a nuovi arredi e ai colori delle pareti, in entrambe sono state riprodotto su pareti intere delle opere che abbiamo scelto noi operatori affinchè potessero comunicare il senso dell’accoglienza e della possibilità di creare insieme qualcosa di nuovo. Grazie alla riqualificazione, inoltre, potremo utilizzare la sala riabilitativa non solo per gruppi di terapia e per le riunioni, ma anche per attività espressive, come la scrittura creativa e il cartonaggio, e per realizzare interventi sulla relazione mente-corpo, come quelli di mindfulness, in linea con la trasformazione delle cure in psichiatria”. 

 

Sui muri sono inoltre riportate frasi e messaggi, scelti anch’esse dagli operatotri sanitari che operano nel centro. “Il CPS-4 è la rappresentazione di quanto sia importante avere servizi nel cuore del quartiere che offrano luoghi nei quali la persona possa percepire sicurezza e disponibilità, non solo nella manifestazione di un bisogno acuto, ma nella quotidianità – aggiunge Enrico Frisone, Direttore Socio-Sanitario ASST Fatebenefratelli-Sacco – In tutto ciò, l’arte e la bellezza del luogo rappresentano parte del processo di cura e questi spazi ne sono la prova tangibile”. 

 

L’importanza dell’assistenza territoriale psichiatrica

La possibilità di avere a disposizione specialisti nella salute mentale vicino a casa e in spazi accoglienti è stata una delle rivoluzioni di Franco Basaglia. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato un incremento di circa il 30% dei casi di depressione e ansia in seguito alla pandemia, spesso come disturbi dell’adattamento. Nonostante questi numeri, vi è ancora un forte stigma sociale che impedisce di parlare delle malattie mentali come di vere e proprie patologie, rinunciando così non solo alla possibilità di ricevere interventi terapeutici, ma anche al riconoscimento delle manifestazioni iniziali per adottare strategie preventive – spiega Bernardo Dell’Osso, Professore Ordinario di Psichiatria all’Università di Milano e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze ASST Fatebenefratelli-Sacco. Va anche ricordato che una buona parte delle patologie mentali esordisce prima dell’età adulta e può presentare un decorso cronico-recidivante, con necessità di monitoraggio periodico e continuità di cure: “Da qui l’importanza dell’assistenza territoriale psichiatrica, che consente di svolgere attività di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione, recupero e reinserimento sociale in luoghi vicini alla residenza dei pazienti. Questa iniziativa, che vuole ridisegnare gli spazi della cura, rappresenta un esempio virtuoso di alleanza fra clinici, pazienti, familiari, pubblico e privato”.

Nel corso del progetto verrà anche misurato l’impatto delle ristrutturazioni su operatori sanitari e pazienti, attraverso un’indagine condotta prima e dopo gli interventi. “La salute mentale è da sempre sottovalutata perché considerata di serie B e non garantita come quella fisica, con gravi discriminazioni legate al reddito – commenta Lamberto Bertolé, Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano –Superare questo pregiudizio e sconfiggere lo stigma deve essere una priorità che ci vede tutti in prima fila nel supportare chi ha bisogno nella sua richiesta di aiuto. Un percorso complesso il cui avvio può essere facilitato se la presa in carico avviene in spazi accoglienti e belli, che facciano sentire le persone a proprio agio”.

“Da sempre Lundbeck mette al centro del suo impegno le persone affinché ognuno possa essere al proprio meglio – conclude Tiziana Mele, Amministratore Delegato Lundbeck Italia. Per questo, con il progetto nazionale ‘Coloriamo i luoghi della salute mentale’ vogliamo ribadire questo impegno e la nostra partnership con le strutture sanitarie ridisegnando gli spazi non solo in termini di layout, ma anche funzionali. Vogliamo essere al fianco dei pazienti, dei loro cari e dei professionisti sanitari, dimostrando che i luoghi sono parte integrante del percorso di cura”.



www.repubblica.it 2024-02-27 15:21:28

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