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Hpv, aumenta la paura dei tumori ma non le vaccinazioni

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Il tumore della cervice uterina nel 2022 ha colpito 2.479 italiane, e provocato 1.156 decessi. Rimane quindi un’importante causa di morte nel nostro Paese, e sul piano della prevenzione si può fare senz’altro di più. Nel 2021, ad esempio, solo il 32% delle ragazze e il 26% dei ragazzi che hanno compiuto 12 anni è stato vaccinato contro l’Hpv (il virus che può causare il tumore della cervice e altre neoplasie), contro una soglia ottimale del 95%. Colpa, almeno in parte, della scarsa informazione sul tema: nel 2024, infatti, è in calo il numero di genitori che conosce il Papilloma virus (o Hpv) e la relativa vaccinazione, così come quello di donne e genitori che ritengono il cancro prevenibile. A rivelarlo, è un nuovo Rapporto del Censis, realizzato con il supporto non condizionato di Msd Italia, e dedicato alla percezione del rischio di tumore da Hpv e le strategie di prevenzione adottate attraverso un’indagine condotta su due campioni, uno di genitori e uno di donne.

Conoscenza in calo

Il rapporto del Censis “Papillomavirus: verso l’eliminazione dei tumori da Hpv” è stato presentato oggi a Roma, e rivela che il numero di genitori italiani che sanno cosa sia il Papilloma virus e la vaccinazione contro l’Hpv: oggi sono, rispettivamente, l’84,1% e il 74,8%, contro l’88,9% e il 79,4% del 2022. La conoscenza è diminuita anche tra le mamme (erano il 95,5%, ora sono il 91,7%) e tra i genitori con un livello d’istruzione superiore (erano il 94,0% nel 2022, ora sono l’87,7%), le due categorie storicamente più attente al problema. La percentuale di genitori che sanno che l’Hpv è responsabile del tumore al collo dell’utero è elevata (83,9%), ma si è abbassata la quota (77,5% rispetto all’82,4% del 2022) di chi sa che il virus causa diverse patologie dell’apparato genitale, e che molto spesso rimane completamente asintomatico.

Si è ridotta comunque significativamente (passando dal 24,8% al 13,0%) la percentuale di genitori che ritiene, erroneamente, l’Hpv un virus che colpisce solo le donne. Tra le fonti d’informazione citate dai genitori emerge poi il ruolo chiave assunto nel 2024 dai media, grazie alle recenti campagne di informazione sull’Hpv: infatti, il 29,1% indica oggi come fonte di informazione prevalente le campagne di comunicazione, il 20,5% vari materiali informativi e promozionali come dépliant e manifesti, il 25,4% i siti web. Solo a seguire sono citati i professionisti della salute: medico di medicina generale (23,1%), servizio vaccinale della Asl (20,9%) e ginecologo (20,2%).

L’attenzione per l’Hpv resta alta

Il 58,7% dei genitori e il 62,2% delle donne intervistate dal Censis ha affermato che i comportamenti di prevenzione che adotta maggiormente sono i controlli preventivi (screening, controlli diagnostici in assenza di sintomi, ecc.). Solo il 16,1% (che sale al 23,6% nelle più giovani), fortunatamente, negli ultimi tre anni non ha effettuato alcuna attività di prevenzione. Gli screening per il tumore della cervice (Pap-test e Hpv-test) sono i controlli che le donne hanno dichiarato di aver effettuato di più negli ultimi tre anni (54,9%), ed è in aumento la propensione ad effettuare esami diagnostici preventivi di propria iniziativa: negli ultimi tre anni ad averlo fatto, anche integrando gli screening, sono il 48% dei genitori ed il 62,9% delle donne.

Le donne però si vaccinano di più e i genitori sono sempre più convinti di vaccinare i figli. Le donne di età compresa tra i 25 e i 55 anni che hanno dichiarato di aver effettuato la vaccinazione anti-Hpv sono il 24,5%, che sale al 42,3% nella fascia di età più giovane (25-35 anni). Aumentano anche i genitori che hanno dichiarato di aver vaccinato i figli: erano il 46,1% nel 2022 e oggi risultano pari al 56,1%. Alla scelta dei genitori ha contribuito anche la ripresa dell’operatività dei servizi vaccinali delle Asl dopo il Covid, come testimoniano le percentuali di genitori informati della possibilità di vaccinare i propri figli tramite chiamata o lettera, che risale dal 43,3% al 49,8%, senza però tornare ai livelli precedenti.

Il dopo Covid non favorisce la prevenzione. Il 65,1% dei genitori e il 60,9% delle donne sono del parere che i tumori si possano prevenire. Tra le strategie di prevenzione vengono segnalati prima di tutto i controlli medici e diagnostici preventivi (indicati dall’80,6% dei genitori e dall’84,7% delle donne). Eppure, l’approccio nei confronti delle strategie di prevenzione risulta ancora condizionato dal livello di istruzione, con una maggiore consapevolezza e un maggiore impegno da parte di chi ha titoli di studio più elevati, mentre la vaccinazione perde terreno: nel 2022 la citava come strategia di prevenzione adottata il 39,1% dei genitori, oggi solo il 22,8%.

Le malattie più temute

Nel campione raggiunto dal Censis, i tumori sono le malattie più temute sia dai genitori (70,8%), che dalle donne (72,4%), con percentuali in crescita. Seguono le demenze (temute dal 41,2% dei genitori e dal 45,7% delle donne), le malattie che causano la non autosufficienza fisica (29,5% e 30,5%), le malattie cardiovascolari (il 15,5% dei genitori le teme, ma è più alto per i padri con il 22,0%). Solo il 65,1% dei genitori e il 60,9% delle donne, comunque, sono del parere che i tumori si possano prevenire. E l’approccio nei confronti delle strategie di prevenzione risulta ancora condizionato dal livello di istruzione, con una maggiore consapevolezza e un maggiore impegno da parte di chi ha titoli di studio più elevati. La vaccinazione, inoltre, perde terreno: nel 2022 la citava come strategia di prevenzione adottata il 39,1% dei genitori, oggi solo il 22,8%.

“La vaccinazione anti-Hpv rappresenta una della più efficaci forme di prevenzione del cancro”, ha sottolineato a proposito Francesco Perrone, Presidente Aiom. “Sulla prevenzione, sia primaria che secondaria, bisogna tenere alta la sensibilità dei cittadini, particolarmente di quelli con un livello sociale e di istruzione più basso, tra i quali si nota una concentrazione sia dei fattori di rischio sia della scarsa adesione alle campagne vaccinali e di screening”.



www.repubblica.it 2024-03-06 14:32:45

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