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C’è una ricetta per fare durare la coppia. Parola di una wedding planner

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Condivisione e complicità, le parole chiave perché una coppia funzioni e resista alle avversità. È importante scegliere ogni giorno il proprio partner. E poi pensare al futuro: informarsi sulla propria fertilità, una  raccomandazione per non precludersi, a priori, la possibilità di avere figli. Non ha dubbi Michelle Carpente, ogni sabato su Real Time con la seconda stagione di “Matrimonio a tutti i costi”. Attrice (in “Scusa ma ti chiamo amore” e nel sequel “Scusa ma ti voglio sposare” di Federico Moccia), autrice e conduttrice tv, la 35enne Michelle ha a che fare per lavoro con coppie motivate a convolare a nozze.

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In base alla sua esperienza di wedding planner, qual è l’ingrediente fondamentale per un buon matrimonio?
“In un matrimonio non devono mancare il supporto reciproco, la complicità, la comprensione e il dialogo. La forte voglia di condividere le cose e di stare insieme”.

Cosa le è rimasto più impresso in tanti anni da wedding planner?
“Il legame che si crea tra me e le coppie. Per mesi sono il loro punto di riferimento. Quindi quando si celebra il matrimonio e tutto finisce, resta una bella soddisfazione, ma anche il dispiacere perché per quella coppia tu non sei più fondamentale”.

L’ingerenza delle suocere, delle famiglie… Consigli anti-stress?
“Oggi le suocere hanno meno potere decisionale nell’organizzazione del matrimonio, in quanto sono sempre più le coppie che pagano per le nozze e quindi, soprattutto se giovani, hanno meno budget a disposizione e quel budget vogliono gestirlo come meglio credono. Il consiglio generale è di creare il matrimonio in linea con le proprie esigenze e non basato sulle aspettative di ospiti e suocere”.

Coppie che si sono lasciate subito dopo la festa?
“No! Mi è capitato che ci ripensassero poco prima del matrimonio, che per me è anche peggio, lavorativamente parlando. Tutti i miei sposi, tranne rarissime eccezioni, sono ancora felicemente insieme”.

Quanto contano gli interessi in comune, la stessa formazione? Gli obiettivi?
“Per me moltissimo. Non tanto la stessa formazione ma avere gli stessi obiettivi. Di questi tre metterei gli obiettivi al primo posto, seguiti dagli interessi in comune e dalla stessa formazione. È difficile avere una relazione duratura se non si hanno gli stessi obiettivi, la volontà di condividere un progetto di vita comune”.

La differenza d’età può essere un problema nel tempo?
“Questa domanda mi fa molto sorridere. Avevo 19 anni ed era appena uscito al cinema il film “Scusa ma ti chiamo amore” che, tra l’altro, affronta anche il discorso della differenza di età. Mi chiesero se mi sarei mai innamorata di un uomo di 20 più grande. E io risposi con sicurezza: “No, non credo proprio”. Come ero giovane! Oggi,17 anni dopo, sono fidanzata da 6 anni con un uomo di 21 anni più grande”.

Una ricetta perché la coppia funzioni?
“Non credo di esser la persona più adatta a dare questi consigli… Ma posso dire che se si hanno gli stessi obiettivi e ci si tiene per mano lungo il percorso, scegliendo ogni giorno di voler stare insieme, nonostante tutte le difficoltà della vita, siamo già ad un ottimo punto”.

Quanto la sessualità è sopravvalutata o sottovalutata in una coppia?
“Mantenere vivo il rapporto anche nella sfera sessuale è importante. Condividere momenti intimi dopo tanti anni insieme, parlo per esperienza, è fondamentale. Certo, il sesso non è tutto, ma fa parte della vita di coppia. Non è che bisogna fare i fuochi d’artificio tutti i giorni, ma un po’ di fantasia non guasta. Da dove partire o ripartire? Basta una coccola, un bacio, un fiore…”.

Il sopraggiungere di una malattia può alterare gli equilibri?
“Nonostante io abbia un compagno meraviglioso ci sono certe tematiche su cui è difficile sentirsi compresi da chi non soffre o non ha sofferto del tuo stesso malessere. Chi non ha la tua stessa problematica difficilmente ti capisce… Per questo il dialogo è fondamentale. Io ho sempre cercato di condividere tutto, non mi sono mai chiusa, altrimenti si va avanti da soli ed è la fine”.

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Un giorno lei ha scoperto di essere affetta da endometriosi.
“Per me era normale avere sempre dolori forti durante il ciclo mestruale o malesseri vari, con umore altalenante. Poi ho scoperto di soffrire di endometriosi e anche di ipotiroidismo. Ma nel mio percorso non mi sono sentita sola: anzi, è stato il mio compagno a spingermi a indagare sul perché avessi forti dolori pelvici e non solo… È stato davvero strano però iniziare a preoccuparsi della propria salute a soli 33 anni”.

E si è mai scoraggiata?
“Qualche volta, quando alla soluzione di un problema ne sorgevano subito altri. Alla mia età, poi, fanno tutti i figli e oggi per me sarebbe davvero un’impresa impossibile… Per fortuna un figlio io ce l’ho già e ha dieci anni!”.

Cosa si sente di suggerire alle giovani?
“Per esperienza personale – visto che siamo nel 2024 e la scienza è dalla nostra parte – è importante chiedere informazione sulla propria fertilità. Anche se non si pensa di volere figli, magari domani si può sempre cambiare idea. Magari si possono congelare gli ovuli, perché andando avanti con gli anni poi è troppo tardi e sentirselo dire, credetemi, non è bello”.

Salute Amore – l’archivio

 



www.repubblica.it 2024-03-07 05:16:57

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