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Sclerosi multipla, nuovi dati incoraggianti sul rallentamento della progressione e la…

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Si chiama Daybreak, ed è un grande studio clinico di fase III che ha coinvolto più di duemila pazienti con sclerosi multipla per oltre sessanta mesi. E di recente, in occasione del 9° Forum 2024 dell’Americas Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Actrims) a West Palm Beach, in Florida, ne sono stati presentati i nuovi risultati, molto incoraggianti. Lo studio riguarda ozanimod, un farmaco già approvato in Europa per il trattamento di persone con la sclerosi multipla recidivante-rimettente. In linea con i dati degli studi precedenti, anche quelli di Daybreak hanno confermato che il farmaco è efficace e sicuro nel lungo termine. Nello specifico, il cosiddetto tasso di recidiva annualizzato (un parametro che misura il numero totale di recidive di tutti i pazienti nel gruppo, diviso per il prodotto del numero di anni di trattamento e del numero di pazienti) è risultato essere 0,098, e l’84,8% dei partecipanti allo studio non ha avuto progressione della disabilità a sei mesi.

La sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una malattia invalidante per la quale attualmente non esiste una cura risolutiva. Nelle persone che soffrono di sclerosi multipla, il sistema immunitario attacca la guaina che ricopre i neuroni, interrompendo la comunicazione tra il cervello e il resto del corpo e deteriorando i neuroni in modo irreversibile. Le forme di sclerosi multipla recidivante-remittente e secondariamente progressiva attiva sono caratterizzate da episodi di peggioramento della funzione neurologica, chiamati ricadute, riacutizzazioni o esacerbazioni, seguiti ciclicamente da periodi di ripresa parziale o completa, chiamati remissioni.

Gli studi precedenti e lo studio Daybreak

Come già anticipato, i risultati di Daybreak sono in linea con quelli di altri studi dello stesso tenore, condotti però su campioni più piccoli. Uno studio di fase II, per esempio, aveva valutato (positivamente) l’efficacia del trattamento su 258 persone con sclerosi multipla recidivante; alle stesse conclusioni erano arrivati anche gli studi Sunbeam (di fase III, condotto su 1346 persone) e Radiance (di fase III, condotto su 1320 persone). I partecipanti a Daybreak sono stati esposti al farmaco per un periodo medio di 60 mesi, e i risultati hanno confermato quanto era già emerso. “Questi dati del Daybreak – ha commentato Francesco Patti, responsabile del Centro Sclerosi Multipla dell’Aou Policlinico G. Rodolico San Marco di Catania – continuano a convalidare il ruolo di ozanimod nella gestione a lungo termine delle forme recidivanti di sclerosi multipla, con due terzi dei pazienti liberi da recidiva a sei anni dal trattamento. La terapia ha dimostrato un’efficacia rilevante nel prevenire il peggioramento dei disturbi cognitivi, che risulta molto frequente tra i pazienti. Vi è anche un effetto protettivo nei confronti della perdita cerebrale e, quindi, una prevenzione della disabilità. Infine, sono stati rilevati eventi avversi solo in una percentuale minima di pazienti, e appena il 4% ha dovuto sospendere il trattamento. Ozanimod – conclude – si conferma quindi come una terapia molto sicura e dotata di importanti capacità protettive”.



www.repubblica.it 2024-03-13 16:42:43

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