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La pressione sanguigna scende se si sta meno seduti

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Che la sedentarietà fosse un nemico della salute lo sapevamo. Stare seduti a lungo può mettere a dura prova il nostro metabolismo: l’assenza di movimento riduce l’attività muscolare, portando a una diminuzione della tonicità e alla perdita di forza. I muscoli, quando non vengono attivati regolarmente, diventano meno efficienti nel bruciare calorie e nel regolare i livelli di zucchero nel sangue, contribuendo potenzialmente allo sviluppo del diabete di tipo 2. E in più la mancanza di movimento rallenta il flusso sanguigno, che si traduce in un aumento del rischio di sviluppare problemi cardiaci, con una peggiore circolazione e un innalzamento della pressione. Ecco perché cambiare questa abitudine, anche con piccole accortezze, può fare la differenza, soprattutto quando si è avanti con l’età.

Vantaggi anche per i più pigri

Un’ulteriore conferma arriva dallo studio internazionale Resources to Thrive, secondo cui trascorrere meno tempo seduti o sdraiati può aiutare a ridurre la pressione sanguigna nelle persone over 60. E per avere dei risultati benefici basta una riduzione della sedentarietà di appena 30 minuti al giorno, ancora più evidenti se già si soffre di ipertensione.

Lo studio, pubblicato su Jama Network Open, voleva esaminare l’efficacia della riduzione della seduta per migliorare la pressione arteriosa in base a età, peso, indice di massa corporea e circonferenza della vita. I risultati parlano chiaro: basta poco per ridurre i rischi per il cuore e anche i più pigri possono trovare giovamento da tre “aiutini”. Si tratta di fare dei coaching sanitari, di avere in casa una scrivania alta da usare stando in piedi e di indossare un fitness tracker, che ci avvisa quando è il momento di fare di un po’ di movimento.

Rischio per la salute

Il comportamento sedentario, definito come stare seduti o sdraiati senza fare esercizio, guardando la tv, leggendo o riposando, equivale a trascorrere del tempo a basso dispendio energetico, con un rischio per la salute indipendente dall’attività fisica che si può fare nelle altre ore della giornata. Questo perché “un’attività da moderata a vigorosa può senz’altro apportare benefici alla salute fisica, cognitiva, emotiva e funzionale.

Tuttavia, rispetto delle linee guida, gli anziani stanno tipicamente seduti per il 65-80% delle ore di veglia, il che ha effetti negativi sulla salute, peggiorando il diabete di tipo 2, i problemi cardiovascolari e anche la mortalità”, spiega Dori Rosenberg del Kaiser Permanente Washington Health Research Institute.

“La riduzione o l’interruzione del tempo trascorso seduti porta a un miglioramento della pressione sanguigna, in particolare per chi ha la pressione alta. E, dato che la prevalenza dell’ipertensione è superiore al 74% negli adulti di età superiore ai 60 anni, migliorare questo fattore di rischio è fondamentale per tenere sotto controllo le malattie cardiovascolari e ridurre la mortalità”.

L’esperimento sugli ipertesi

Dall’esperimento, condotto su 283 persone con un’età media di 68 anni, di cui più della metà con diagnosi conclamata di pressione alta, tanto da assumere quotidianamente almeno un farmaco antipertensivo, è emersa una diminuzione di almeno 3,48 mm Hg di pressione sistolica, registrata in sei mesi di vita leggermente più attiva, seguendo le indicazioni del tracker da polso e scegliendo di stare un po’ meno seduti nei momenti di relax o di lettura.

In particolare, è emerso il successo motivazionale del cosiddetto “I-stand”, una teoria sociocognitiva sulla formazione delle abitudini che prevede 10 brevi contatti di consulenza (coaching sanitario telefonici) in sei mesi, mirati a creare maggiore consapevolezza. Questo perché diversi studi hanno appurato che l’autovalutazione del tempo che si sta seduti è difforme dalla realtà.

Da una revisione su oltre 30 anni di letteratura scientifica emerge che, anche se la media della sedentarietà autoriportata è pari al 5,3 ore al giorno, nella realtà arriva fino a 9,4 ore. Il coaching ha spinto gli anziani a essere più motivati e a stare meno seduti, inducendoli a condurre una vita più sana, anche in termini di prevenzione, alimentazione e sonno.

Incoraggiare uno stile di vita attivo e ridurre la sedentarietà è cruciale per gli anziani. Questo richiede un approccio olistico che includa non solo l’aumento dell’attività fisica, ma la promozione di comportamenti sani e l’accesso a opportunità di supporto e motivazione.

“Gli anziani possono incontrare ostacoli significativi nell’intraprendere quantità sufficienti di attività fisica – conclude David Dunstan del Baker Heart and Diabetes Institute – . Questi risultati ci confermano che stare meno tempo seduti può ridurre con successo la pressione sanguigna, commisurabile agli effetti di un’attività fisica aerobica”.



www.repubblica.it 2024-03-27 17:25:03

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