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Il segreto della longevità potrebbe stare in 4 farmaci

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L’elisir di lunga vita potrebbe celarsi nell’armadietto dove conserviamo alcuni comuni medicinali. Uno studio condotto dall’Università di Losanna, in Svizzera, ha individuato 4 specifici farmaci ampiamente utilizzati in grado di allungare la vita delle persone, riducendo il rischio di mortalità per diverse cause. I farmaci in questione sono: il Viagra, utilizzato per la disfunzione erettile; l’atorvastatina, assunta per abbassare i livelli di colesterolo; un farmaco antinfiammatorio e antidolorifico chiamato naprossene; e gli estrogeni, ormoni contenuti nella terapia ormonale sostitutiva.

L’idea che esistano farmaci prescrivibili che possono allungare la vita, oltre ad avere benefici noti per determinate condizioni mediche, ha una lunga storia. Tuttavia, riuscire a misurare gli effetti di un singolo farmaco sulla durata della vita è complicato perché qualsiasi piccolo beneficio sulla longevità può essere controbilanciato dall’impatto negativo della condizione per la quale il farmaco viene prescritto.

Non curare una malattia ma prevenirne molte

“Non vogliamo curare o trattare una singola malattia, vogliamo prevenirne molte”, afferma Alejandro Ocampo dell’Università di Losanna in Svizzera, tra gli autori dello studio pubblicato sul server di pre-print medRxiv. L’obiettivo dello scienziato è in linea con quello che si intende promuovere ogni anno in occasione della Giornata Mondiale della Salute, che si celebra il 7 aprile. Lo scopo è infatti quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni cruciali legate alla salute, promuovere la prevenzione delle malattie e incoraggiare azioni volte a migliorare il benessere delle persone in tutto il mondo.

Nel nuovo studio i ricercatori hanno valutato la portata dei benefici di singoli farmaci utilizzando i dati raccolti tramite la UK Biobank, un ampio progetto di ricerca che segue la salute di circa mezzo milione di persone. I risultati, basati su un periodo lungo 12 anni, hanno permesso di identificare i farmaci più favorevoli alla longevità.

Terapia ormonale sostitutiva

Il medicinale che più è riuscito a fare la differenza nella riduzione della mortalità è la terapia ormonale sostitutiva nelle donne. In particolare, i maggiori benefici sono stati riscontrati in coloro che hanno assunto farmaci contenenti estrogeni, collegati a un tasso di mortalità inferiore di circa il 25% nel corso dello studio. Secondo i ricercatori, poiché la terapia ormonale sostitutiva migliora la resistenza ossea, il suo effetto sulla longevità potrebbe dipendere dal minor rischio di frattura dell’anca, che sappiamo essere molto pericolosa per gli anziani. Le fratture all’anca infatti  possono richiedere un intervento chirurgico e un lungo periodo di recupero.

Viagra, statine e naprossene

Per quanto riguarda invece il Viagra, proprio di recente questo farmaco è stato legato ad un effetto protettivo contro la malattia Alzheimer. Le statine invece riducono gli infarti e gli ictus, mentre il naprossene attenua il dolore riducendo l’infiammazione, che si sospetta abbia un ruolo in una ampia e diversificata serie di condizioni.

Indizi, non prove

Nonostante i dati utilizzati e rielaborati dai ricercatori siano piuttosto solidi, i risultati dello studio non possono essere considerati come prove inconfutabili che questi farmaci facciano vivere davvero più a lungo. Non si è trattato infatti di uno studio randomizzato, quello da cui solitamente emergono le migliori evidenze scientifiche. I ricercatori hanno semplicemente trovato correlazioni tra l’assunzione di ciascun farmaco e una minore probabilità di morte nel corso del periodo dello studio.

“Per esempio, le correlazioni potrebbero essere nate perché le persone che sono più sane hanno maggiori probabilità di usare il Viagra”, commenta Joao Pedro Magalhaes dell’Università di Birmingham nel Regno Unito. “I ricercatori hanno cercato di modificare i loro dati per tenere conto di questi fattori. Tuttavia, possono sempre esserci pregiudizi difficili da controllare”, aggiunge.

Ma il fatto che alcuni farmaci abbiano avuto un beneficio maggiore sulla durata della vita se assunti a dosi più elevate, ha convinto i ricercatori a sostenere che l’effetto sia reale. “Non direi che ciò potrebbe essere spiegato da uno stile di vita (più sano, ndr)”, sottolinea Ocampo. Una sorpresa è stata che l’analisi non ha rilevato un minor rischio di morte legato all’assunzione del farmaco anti-diabete metformina, che in studi precedenti è invece stato correlato a una maggiore durata della vita.

Le ricerche sulla longevità

Gli studi sulla longevità non si limitano solo ad analizzare statisticamente associazioni tra medicinali e durata della vita. Sono infatti in corso numerosi studi in cui vengono testate diete o stili di vita specifici sull’allungamento della vita. Celebri sono gli studi di David Sinclair, professore di genetica alla facoltà di Medicina di Harvard, che seguendo un determinato regime alimentare dichiara di aver ritardato “di 30 anni la mia età biologica”.

Gli studi dello scienziato americano hanno ispirato anche la creazione di “pillole” naturali in grado di stimolare le sirtuine, considerate le “proteine della longevità”, sulla cui efficacia ci sono solide evidenze scientifiche. Recenti studi hanno dimostrato infatti che un potente mix di polidatina, pterostilbene, onochiolo, acido ellagico, zinco ed altri minerali e vitamine, è in grado di attivare le sirtuine e promuovere così la longevità sana. Consentire a molte persone di vivere fino od oltre 100 anni non è mai stato un obiettivo così vicino.



www.repubblica.it 2024-04-05 13:38:07

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