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Sindrome metabolica, due alghe marine aiutano a ridurre peso e pressione

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Si chiamano Ascophyllum nodosum e Fucus vesiculosus le due alghe marine che, in base ai risultati di uno studio clinico a cui hanno partecipato circa 500 pazienti, sembrano contribuire a ridurre il rischio cardiovascolare collegato alla sindrome metabolica, grazie agli effetti positivi su peso corporeo, glicemia, pressione arteriosa e profilo lipidico. La sindrome metabolica è infatti caratterizzata da un quadro clinico complesso, dovuto alla presenza simultanea di diabete, pressione alta e obesità.

La sindrome metabolica

Ognuna di queste diverse condizioni costituisce un fattore di rischio per l’apparato cardiovascolare. La sindrome metabolica risulta infatti spesso associata a problemi di coagulazione del sangue (come la formazione di trombi ed emboli) e a uno stato di infiammazione cronica dell’organismo. Globalmente, si stima che interessi circa un adulto su quattro ed è sempre più diffusa a livello globale, come ricorda Antonio Nicolucci, direttore del Center for Outcomes Research and Clinical Epidemiology (Coresearch). Alla sua insorgenza possono contribuire fattori genetici, ma soprattutto stili di vita poco salutari. Un’alimentazione scorretta svolge infatti un ruolo cruciale in questo contesto, così come la scarsa attività fisica, “che solo in Italia interessa il 36% della popolazione”, dice Nicolucci. E prosegue: “È evidente che bisogna intervenire su questi comportamenti molto pericolosi per la salute pubblica. Al tempo stesso, però, è fondamentale poter ricorrere a terapie efficaci”.

La nutraceutica a sostegno delle buone abitudini

Un aiuto sembra arrivare anche dalla nutraceutica: in particolare da un prodotto basato su due alghe originarie dell’Oceano Atlantico, la Ascophyllum nodosum e la Fucus vesiculosus, a cui viene aggiunto del cromo picolinato: “In uno studio clinico su oltre 500 pazienti è stato dimostrato che l’integratore Gdue, dopo sei mesi di utilizzo, può ridurre del 27% il rischio cardiovascolare grazie agli effetti positivi su peso corporeo, glicemia, pressione arteriosa e profilo lipidico. Anche i livelli ematici a digiuno dell’insulina, alterati in chi presenta la sindrome metabolica, risultano migliorati”. Il trattamento con Gdue – conclude Nicolucci – risulta generalmente ben tollerato: sono stati riportati effetti collaterali gastro-intestinali, lievi e transitori, in meno del 3% dei pazienti trattati”.



www.repubblica.it 2024-04-17 12:22:46

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