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Frutta e verdura proteggono il cuore dopo la menopausa (e non solo)

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“PLANT-based”. Alimentazione fortemente legata al consumo di cibi vegetali. Più la ricerca va avanti, più si scopre che questo modello dietetico, a prescindere dall’introito calorico, rappresenta una sorta di “adattamento” moderno dei dettami della dieta mediterranea e quindi particolarmente vantaggioso per la salute di cuore ed arterie. In questo senso, l’attenzione degli studiosi si concentra anche sulla dieta “Portfolio”, che prevede l’assunzione di una grande varietà di frutta e verdura, di un regolare introito proteico di natura vegetale (in particolare legumi, tofu o soia), fibre di avena, orzo e simili oltre a melanzane, mele, arance e frutti di bosco, attenzione agli steroli (una sorta di grassi) di origine vegetale, grassi da olio extravergine d’oliva e da avocado, le immancabili noci con altri frutti a guscio.

La salute cardiovascolare

Dopo che altri studi avevano mostrato il potenziale valore della dieta Portfolio nel ridurre i valori di colesterolo LDL, quello cattivo, e un influsso positivo sulla salute cardiovascolare, su Journal of American Heart Association arriva una ricerca che mostra i vantaggi di questa modalità di alimentazione “Plant-based” sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari per le donne in post-menopausa. A dirlo sono i dati dello studio coordinato da Andrea J. Glenn e John Sievenpiper, del dipartimento di scienze nutrizionali e medicina presso l’Università di Toronto: chi segue con costanza la dieta Portfolio dopo il termine della vita fertile presenta l’11% in meno di probabilità di sviluppare qualsiasi tipo di malattia cardiovascolare, il 14% in meno di probabilità di sviluppare malattie coronariche e il 17% in meno di probabilità di sviluppare insufficienza cardiaca, in confronto a chi invece tende ad essere meno “assiduo” nelle scelte alimentari di questo tipo. Va detto invece che non è stata registrata alcuna associazione tra dieta Portfolio, comparsa di fibrillazione atriale o ictus. 

Non spiegato il rapporto causa-effetto

La ricerca, che non propone meccanismi in grado di spiegare una possibile correlazione (quindi un diretto rapporto causa-effetto) ma si limita a rilevare l’associazione ha preso in esame oltre 123.000 donne nell’ambito della Women’s Health Initiative. L’indagine segue una popolazione femminile di età compresa tra i 50 ed i 79 anni, senza malattie cardiovascolari al momento dell’entrata nello studio, seguite mediamente per oltre 15 anni. I dati raccolti sono esclusivamente autoriferiti e non gli studiosi non hanno puntato a proporre modelli alimentari ma si sono limitati a riportare le abitudini alimentari e l’aderenza più o meno completa al modello della dieta Portfolio. Tra i consigli degli esperti, che segnalano come questo semplice intervento dietetico possa rappresentare un’opportunità importante in termini di prevenzione di popolazione, c’è anche quello di modificare progressivamente l’alimentazione, aggiungendo passo dopo passo alimenti tipici della dieta Portfolio, fino a disegnare un percorso nutritivo quotidiano fortemente basato sull’introito di specifici vegetali.

Cibi sani per stare bene

“La ricerca scientifica in nutrizione si sta focalizzando un po’ troppo sui componenti che potremmo chiamare funzionali: un pizzico di licopene per la prostata, una manciata di Omega-3 per il cuore, una spolverata di curcuma per il cancro… e poi si perde di vista che un’alimentazione sana lo è certamente per quello che contiene, ci mancherebbe, ma soprattutto per quello che “sposta” – commenta Andrea Ghiselli, presidente della Sisa (Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione). È inevitabile che se consumo più proteine da legumi, trovo meno spazio per la carne. Se uso frutta secca come spuntino, trovo meno spazio per i biscotti e via dicendo”. Ciò che conta, secondo l’esperto, è avere un’alimentazione variata che segua le regole della dieta mediterranea. “Ogni tanto viene costruita al tavolino una dieta mediterranea e gli vengono dati nomi diversi come appunto Portfolio (un ventaglio di elementi base), Dash (per l’ipertensione), o planetaria, ma in realtà si tratta di una dieta mediterranea, che attinge la stragrande maggioranza dell’energia da vegetali, ma che non rinuncia a piccole quantità di prodotti animali a colmare le inevitabili carenze di una dieta solo vegetale – conclude Ghiselli”.



www.repubblica.it 2021-08-22 11:28:37

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