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Mangia che ti passa: la dieta mediterranea migliora depressione e cuore nelle over 70

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Non sappiamo se nasca prima l’uovo o la gallina. La depressione di certo può aumentare il rischio cardiovascolare. Ma d’altro canto ci sono ricerche che mostrano come chi fa i conti con colesterolo e pressione elevate, diabete, sovrappeso e sedentarietà, per non parlare del fumo, tende più facilmente ad andare incontro ad umore cupo. Ma ora una ricerca dimostra che in terza età, soprattutto nelle donne, chi presenta fattori di rischio cardiovascolare sarebbe più esposto ai pericoli di sviluppare depressione. Ma offre anche un’alternativa per contrastare il “fil rouge” che lega le due patologie: a tavola, conviene seguire i dettami dell’alimentazione mediterranea, ricca di vegetali, pesce e olio extravergine d’oliva, per migliorare il profilo di pericolo per cuore ed arterie ed avere un’azione positiva anche sull’umore. A lanciare questa ipotesi è una ricerca pubblicata su Plos ONE, coordinata da Sandra Martín-Peláez dell’Università di Granada.

Occhio alla tavola

L’ipotesi di lavoro è semplice: sia nelle condizioni che mettono in pericolo cuore ed arterie sia nella depressione ci sono elementi in comune, a partire dall’infiammazione per giungere fino allo stress ossidativo. Quindi, facendo attenzione a tavola (e ovviamente cercando di mantenere sane abitudini di vita in generale), si può tentare di rompere il legame che unisce all’interno dell’organismo le due condizioni.

Lo studio ha preso in esame le informazioni derivanti da una ricerca che ha preso in esame l’impatto della dieta mediterranea su uomini di età tra 55 e 75 anni e donne tra 60 e 75 anni con sovrappeso o obesità. In totale sono state considerate oltre 6500 persone che, alla prima rilevazione, non presentavano patologie cardiovascolari o di natura ormonale. Poi si è proceduto a definire il rischio cardiovascolare, utilizzando un punteggio che ha consentito di inquadrare il rischio cardiovascolare in basso, medio o alto/molto alto.

Controllo dopo 2 anni

Sempre al momento dell’inserimento nello studio, è stato valutata la presenza di un eventuale stato di depressione, ricontrollato poi dopo due anni di osservazione. Il rapporto stretto tra “nemici” della salute cardiovascolare e depressione è risultato subito chiaro tra le donne: chi si trovava nel gruppo a maggior rischio per cuore e vasi, infatti, aveva probabilità più elevate di avere segni di depressione. Il “trattamento” comune per queste condizioni, nei due sessi, si è sviluppato attraverso un percorso di alimentazione secondo le regole della dieta mediterranea per due anni. Al termine di questo periodo, grazie a questo cambio di regime alimentare, i partecipanti hanno migliorato il tono dell’umore.  Ma soprattutto lo stato depressivo è migliorato di più in chi era in gruppi ad alto rischio cardiovascolare, specie tra chi aveva livelli di colesterolo più alti. I vantaggi, secondo lo studio, sono particolarmente significativi per le donne, ma in generale tutta la terza età se il rischio cardiovascolare è elevato appare associato a sintomi legati alla depressione.

“La dieta mediterranea è un modello alimentare basato sul consumo quotidiano di una grande varietà di verdure e frutta fresca ricche di fibre, vitamine e minerali, di cereali integrali non raffinati, di olio d’oliva extravergine come principale fonte di grassi, moderato consumo di frutta secca (noci, nocciole e mandorle), pesce, latticini freschi (yogurt e formaggi) e vino (solo ai pasti) e ridotto consumo di carne rossa, il tutto associato modesta restrizione calorica e stile di vita attivo – spiega Cecilia Invitti, responsabile del Servizio di Lifestyle Medicine dell’Istituto Auxologico Italiano. I benefici ottenuti sul profilo di rischio cardiovascolare, l’invecchiamento e la depressione sono dovuti ai due pilastri di questo modello alimentare. In primo luogo vanno considerati  gli effetti favorevoli della dieta su pressione sanguigna, sensibilità all’insulina, sovrappeso, profilo lipidico, stress ossidativo (implicato nella patogenesi di tumori e demenze oltre che di malattie cardiovascolari), composizione del microbiota intestinale, i cui metaboliti modulano sia lo stato infiammatorio cronico che sottende le malattie cardio-metaboliche ed autoimmuni che il tono dell’umore. Inoltre lo stile di vita attivo che accompagna la sana alimentazione e di per sé ha provati effetti antidepressivi, anti invecchiamento e protettivi sul sistema cardiovascolare e su alcuni tumori”. Insomma: l’adesione costante alla dieta mediterranea può aiutare a ridurre il rischio cardiovascolare e smussa lo sviluppo di patologie cardio-metaboliche anche in individui che ne sono geneticamente suscettibili, contribuendo a  migliorare l’umore cupo.



www.repubblica.it 2022-05-24 07:38:47

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